Ieri serata film in solitudine...
"La foresta dei sogni" di GUS VAN SANT, del 2015, con un Matthew McConaughey inedito, almeno per me, e una brava Naomi Watts.

Certo non un film per stare su con l'umore, eppure dopo mi sono sentita più leggera...
Risultati immagini per la foresta dei sogniSarà che parlare di riscatto della vita e dell'amore sulla morte regala comunque una speranza delicata e dal sapore dolce, anche se leggero; sarà che vedere qualcuno che ritrova la sua strada dopo essersi drammaticamente perso fa pensare a noi stessi e al fatto che, forse, ce la faremo anche noi, perché è capitato a tutti di perdersi, e se non è capitato capiterà di sicuro!
Insomma, un film che ti inchioda allo schermo, senza troppi artifici, solo con il desiderio di capire e sapere che c'è ancora un senso nelle azioni di quell'uomo e nelle nostre.
Un film che consiglio, anche se, visto che non è una novità, sarò forse una delle poche a non averlo guardato prima!!!

In tempi di molestie...

E dopo lo scandalo Weinstein (quello del produttore cinematografico statunitense che avrebbe imposto pratiche sessuali di vario genere ad attrici e collaboratrici in cambio di favoritismi o anche fine a se stesse), dopo la gara a chi (già famoso e non) poteva raccontare l'abuso più umiliante, che fosse stato messo in atto da quel produttore o da altri, dopo le cazzate inverosimili di Asia Argento, dopo le rivelazioni anonime di presunte ex attrici, dopo il sexy gate inglese (e anche lì teste che cadono...nel vero senso della parola), dopo la distruzione di un artista come Kevin Spacey per presunti abusi o molestie perpetrati per decenni e di cui si saprebbe solo ora, per l'irrefrenabile voglia di giustizia e verità di una serie infinita di soggetti che gli sono passati accanto, dopo tutto questo cosa dovremo aspettarci?
Non che questo abbia troppa rilevanza, ma sono una donna e, da donna, capisco bene che, in certe situazioni, soprattutto in presenza di uomini che hanno un ruolo apicale o comunque nei confronti dei quali abbiamo motivo di sentirci subalterne o ricattabili, subire una molestia o un'avance troppo spinta diventa più difficile da gestire che non in situazione di parità. Capisco che si possa avvertire il peso dell'autorevolezza del presunto personaggio autorevole, capisco che si possa desiderare intensamente l'approvazione dell'uomo che per noi è magari fonte di ispirazione e ammirazione, capisco che si possa mettere sul piatto della bilancia tutti i sacrifici fatti per arrivare fin lì e magari chiedersi se valga la pena di umiliarsi per ottenere ciò che, forse, ci spetterebbe.
Capisco che di certi uomini si possa persino avere paura, quando li si rispetta estremamente, quando ci colgono di sorpresa con atteggiamenti che li rendono irriconoscibili, che quasi ci fanno dubitare di noi stesse e dell'interpretazione dei fatti che stiamo dando, facendoci sentire doppiamente deboli e ingenue, se non presuntuose.
Capisco che ci si possa pure convincere che, come molti dicono, il mondo funziona così e se vuoi arrivare ci sono compromessi a cui prima o poi bisogna sottostare, senza mai protestare, che non è vantaggioso.
Capisco che spesso, se si subisce un abuso o una molestia o, peggio, una violenza, diventi davvero difficile raccontare, denunciare, rischiare di essere messe noi stesse in discussione, giudicate per "essercela cercata" o per non averla saputa gestire.
Capisco.
Eppure qui qualcosa non mi convince. Dove sta l'errore, quel neo fastidioso che mi fa sentire a disagio, che mi impedisce di solidarizzare con tutta questa gente che si lancia in confessioni dell'ultim'ora, in racconti di fatti che dovrebbero essere già un po' sbiaditi ma che sembrano nitidi come fossero avvenuti ieri?
Cosa mi irrita nel susseguirsi di denunce, spesso senza nominare il presunto colpevole, giustificate con l'esigenza di rendere il mondo partecipe di questo schifo, di rendere le donne più coraggiose e capaci di dire NO, più sicure e disponibili a chiedere aiuto per il danno subito?
Non so di preciso cosa mi metta a disagio in tutto questo, ma so che non è con gli scandali che si cambia la mentalità della gente, delle donne in primis. Non è con gli scandali che si arriva alla verità e alla giustizia. Non è con questi scandali che insegniamo alle ragazze più giovani a difendersi e gestire il proprio corpo e la propria sensualità.
Non sono convinta che il ruolo o la visione della figura femminile siano cambiate in peggio in questi anni, anzi, sono convinta del contrario. Tante battaglie portate avanti dalle nostre madri (forse non dalla mia) e da uomini illuminati (almeno per qualche tempo) hanno di fatto cambiato il modo in cui la donna stessa concepisce se stessa. E hanno cambiato le aspettative della società' nei suoi confronti, anche se non sempre quelle della sua famiglia di origine o di ingresso, che continuano spesso ad essere ancorate all'idea della donna fragile, mamma, lavandaia e angelo del focolare. E' vero che, alla faccia della legislazione paritaria e non sessista, nella realtà' certe discriminazioni e soprusi sopravvivono allegramente, sarà vero, se lo sento e leggo ovunque, che c'è disparità nelle retribuzioni, che l'accesso ai posti di vertice, ai ruoli apicali, è spesso precluso alle donne o almeno reso molto più difficile che per gli uomini. E' vero, sarà vero.
Eppure io non ho mai, e sottolineo mai, provato neppure la sensazione di essere stata giudicata ingiustamente o non selezionata o valutata in modo scorretto solo in quanto donna. Non mi sono sentita messa da parte in nessuna discussione, in ambito lavorativo, di associazionismo politico o sociale, non ho mai pensato di aver dovuto faticare il doppio per raggiungere ogni obiettivo sociale o professionale, perché effettivamente non è mai successo!
Ora, mi si potrà contestare il fatto che io non ho certo fatto una gran carriera, che non ricopro posti di vertice in nessun campo, che non sono stata ambiziosa e che mi sono accontentata del ruolo che mi è stato concesso perché comunque non ambito da un maschio.  Non sono d'accordo.
Io ho raggiunto gli obiettivi che mi sono prefissata praticamente sempre, quando mi interessavano davvero, io ho scelto cosa fare e ho concorso insieme agli uomini senza pensare mai di essere in svantaggio rispetto a loro. Io non mi sentivo costretta a dare di più, nessuno mi ha mai fatto intendere che avrei dovuto dare di più. So di essere stimata nella mia professione e nell'ambiente di lavoro in genere, so che tanti hanno avuto fiducia in me, so che pensano che dovrei andare oltre, avere più ambizione. So che potrei fare di più, nel senso che potrei aspirare a posizioni più prestigiose e trattamenti economici maggiori. Ma non mi interessano, e non perché non ami i soldi e il benessere che possono regalare, ma solo perché raggiungere altri obiettivi significherebbe perdere quel poco di tempo e spazio che ho per me, significherebbe sacrifici che non intendo affrontare e impegni ai quali non intendo corrispondere. E questo non perché sono donna, solo perché sono fatta così, perché in linea di massima amo la mia vita e la voglio mantenere su misura per me.
E Marco, l'uomo con cui condivido la vita quotidiana, le speranze e i sogni, la pensa come me, e anche lui ha scelto una vita semplice, in cui lavoro e ambizioni non trovano posto prima di noi stessi e della nostra famiglia.
Ma tutto questo non ha a che fare con il sesso dell'uno o dell'altro!
Insomma, una donna, se ne ha le capacità, la voglia e le competenze, può arrivare dove vuole, facendosi valere come fan tutti, senza pensare di aver diritto a non so quale solidarietà femminile e senza pensare di arrivare in alto per combattere non so quali battaglie di genere.
Tornando all'argomento iniziale, quindi, mi convince poco il pensiero comune che una donna, per far carriera, debba sottostare a chissà quali osceni compromessi, non di rado di tipo sessuale. Sono certa che le proposte vengano fatte e siano all'ordine del giorno in certi ambienti, visto che lo sono persino in quelli meno frequentati da bellezze e persone affascinanti.
Le proposte oscene ci sono e a quelle esistono diversi modi di reagire, tutti più o meno legittimi. Puoi rifiutare dando di matto e denunciando, puoi ribellarti e passare al contrattacco, magari ricattando o sputtanando, puoi buttarla sul gioco e prendere tempo per ottenere quel che vuoi, illudendo l'altro di essere sulla buona strada mentre lo usi soltanto, puoi dire si, godertela o trattenere i conati, puoi fare quel che ritieni valga la pena di fare. Ma di certo non puoi starci, prendere ciò che ti viene offerto in cambio e poi, dopo anni,  andare a piangere in giro, buttando fango su te stessa e sugli altri, pretendendo di passare per vittima e non per una semplice rotella di un ingranaggio perverso che tu stessa stai contribuendo a far funzionare.
So che non si può generalizzare, e per questo non ho gradito il tam tam e il "me too" cui tutte e tutti si sono accodati, dando poi della traditrice a donne che hanno osato tirarsi fuori e dire che, si, l'approccio un po' spinto ci sta, che non si può sempre criminalizzare l'uso del proprio fascino e neppure del potere, visto che spesso è questo che spinge le donne o gli uomini ad avvicinare certe persone, a farcisi fotografare insieme o anche solo a lasciare intendere che ci sia una confidenza e un'intimità in realtà inesistenti.
E diciamoci la verità, care signore, a chinpiace l'uomo timido, impacciato, che chiede il permesso per baciarti, per toccati, per scoparti!?
Insomma, guai a chi cerca di violare la mia dignità e il mio corpo senza il mio esplicito consenso, basta con le violenze e giusto sempre denunciare abusi o stupri, senza remore. Ma non sarà mai un abuso un maldestro tentativo di sedurmi, magari con una palpata sgradita sul culo, non lo sara' mai un bacio rubato, anche se poi ti becchi uno schiaffo, non lo sara' mai una proposta oscena, neanche sul posto di lavoro, salvo che venga riproposta dopo il chiaro rifiuto e il monito a che non si ripeta più quel tipo di situazione.
Insomma, non penso che vivere nel terrore di essere denunciati per molestie per ogni approccio o allusione o battuta sia il modo migliore di viveso che piacerà a nessuno dover far sottoscrivere dichiarazioni di consenso in bollo per potersi lasciare andare a posare la mano su seno o su un pene, si sa mai che qualcuno si senta abusato...

Neuroni impazziti ai tempi del corona virus

Che dire, sto per perdere la bussola, come tutti. Convivenza continua, incessante e forzata con marito e figlio, mentre la nostalgia di un ...